Lucia… e il giorno più corto che ci sia
Nei tanti affreschi medievali che vedono protagonista la martire Lucia, la santa reca in mano un piccolo vaso (a volte un piattino) al cui interno ci sono i suoi occhi, attributo che ricorda il martirio da lei subìto.
Il nome Lucia deriva dal latino “lux, lucis”, ovvero da luce, e infatti la santa è considerata la protettrice degli occhi e della vista.
I due occhi rappresentano simbolicamente la luce che torna a vincere sulla morte e sulle tenebre, il sole che vince sul buio, il giorno che supera la notte.
Il culto per la santa martire Lucia si lega strettamente al solstizio invernale, fenomeno astronomico cui assistiamo puntualmente ogni anno, verso la fine del mese di dicembre . Tra il 21 e il 22 di dicembre, infatti, il sole raggiunge il punto di declinazione minima nel suo moto apparente lungo l’eclittica, e così osserviamo il giorno più corto e la notte più lunga dell’anno.
Tuttavia la festa della martire Lucia tradizionalmente viene celebrata il 13 dicembre, e stupisce che un noto e diffuso proverbio reciti: “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”. E’ mai possibile che la saggezza popolare questa volta si sia sbagliata? Cosa può significare lo scarto di circa dieci giorni tra la ricorrenza di santa Lucia e quella del solstizio invernale?
Per trovare risposta a queste domande dobbiamo tornare indietro al 1582, quando il papa Gregorio XIII decise di introdurre il nuovo calendario gregoriano, tuttora in vigore.
In una sola notte il pontefice tolse dieci giorni dal calendario, passando direttamente dal 5 al 15 di ottobre.
Tale decisione si era resa necessaria poiché il precedente calendario giuliano aveva accumulato un giorno di ritardo ogni 128 anni, così che, al tempo di Gregorio XIII, vi erano dieci giorni di scarto rispetto al corso solare. Esattamente i giorni che passano dal 13 al 22 di dicembre…
Ma c’è dell’altro.
Tra novembre e dicembre il calendario lunare vede nel cielo la nona luna dell’anno. C’è chi la chiama “luna amara”, chi “luna pesante, chi “luna delle lunghe notti”, chi ancora “luna del lupo” o “luna dell’aquila”. Spesso il suo plenilunio avviene nella costellazione dei Gemelli.
E’ una luna che da sempre porta neve e gelate, coincidendo con il momento più buio e freddo dell’anno solare, ma è anche un tempo simbolico altamente spirituale, un momento magico di morte e di rinascita…
E’ infatti anche chiamata “Luna della quercia”, perché la sua energia richiama la saggezza e la forza dell’albero più resistente e longevo, la quercia appunto, le cui radici dopo aver raggiunto metaforicamente il punto più oscuro e profondo nel sottosuolo, non possono che tornare a salire verso la luce.
Se è vero infatti che questa luna di dicembre rappresenta l’oscurità (e ciò a livello personale può anche significare il riemergere doloroso di vecchie ferite), è altrettanto vero che da un punto di vista simbolico ed astrologico la “luna della quercia” si presenta nel tempo più buio dell’anno, recando con sé la tenacia e la perseveranza necessarie per restare saldi alle nostre radici.
Il tempo delle tenebre non può essere evitato, questo è vero, ma guardando alle nostre ombre senza paura, possiamo più facilmente decidere cosa lasciare andare, e possiamo fare un passo in avanti verso un cambiamento consapevole, verso una trasformazione in grado di far tornare la luce, e non solo quella esteriore del sole, ma anche quella interiore della nostra anima!
Forse anche in tal senso il giorno di santa Lucia è da sempre considerato il più buio che ci sia. Eppure non si tratta necessariamente di qualcosa di negativo, anzi, in questo giorno speciale, con questa luna speciale, ci è data la possibilità di imparare ad amare anche il nostro “buio”, e di capire quanto sia necessario accoglierlo affinché possa tornare a splendere la luce!
Antonella Bazzoli , 13 dicembre 2016