Bacone, scienziato del XIII secolo
Forse avete già sentito parlare di Ruggero Bacone, ma quanti di voi hanno letto qualche sua opera? Magari dopo aver letto questo breve articolo potreste essere tentati di farlo…
Chi era Ruggero? Vi chiederete. Scienziato e filosofo del XIII secolo, Roger Bacon nacque nel 1214 ad Ilchester, nella contea inglese del Somerset, e morì all’età di circa ottanta anni. Ad Oxford studiò i classici greci e latini: Platone, Aristotele, Cicerone e Seneca. Poi insegnò all’Università – non solo ad Oxford ma anche a Parigi – e nell’anno 1257 divenne frate entrando nell’ordine dei Francescani.
Intorno al 1260 Ruggero conobbe il cardinale Guy Le Gros Foulquois, che cinque anni dopo sarebbe salito al soglio pontificio con il nome di Clemente IV. Fu proprio grazie alle sollecitazioni e al sostegno di questo papa che Ruggero Bacone scrisse l’Opus Maius, un’importante trattato sulle scienze del suo tempo.
Sempre su invito del pontefice Ruggero scrisse una missiva, conosciuta come “Lettera a Clemente IV”, che fa da introduzione all’Opus Maius, chiarendoci così gli argomenti di cui l’opera tratta, e che costituisce una sorta di discorso sul metodo. Nella “Lettera a Clemente IV” Ruggero spiega cosa occorre studiare e in quale modo. Spiega anche come evitare gli errori, quali discipline vanno studiate e in quale ordine. In particolare, nel testo sulla Scienza Sperimentale, l’approccio empirico che è alla base del pensiero di Bacone è evidente in questo passo:: “Il ragionamento ci porta alla conclusione e ci costringe ad ammetterla, ma non é in grado di darci certezze, né riesce ad allontanare il dubbio acquietando la mente nell’ intuizione della verità se non quando riesce a trovarla mediante l’esperienza”. Il filosofo inglese aggiunge che proprio allo scopo di raccogliere esperienze Aristotele inviò duemila uomini, grazie ad Alessandro Magno, in giro per il mondo.
Sempre secondo Ruggero, la scomposizione della luce per mezzo di pietre era già nota ai tempi di Solino.
Al cap. XIII.2 Ruggero dice: “L’astronomia é in grado di produrre un astrolabio sferico nel quale sono descritte tutte le informazioni sul cielo necessarie con le loro precise longitudini e latitudini, a riguardo sia dei cerchi che delle stelle sulla base del meccanismo descritto da Tolomeo nel libro VIII dell’Almagesto”.
Astrolabio, Tolomeo, Almagesto… Come non pensare ad Antikitera e al ritrovamento del misterioso congegno che ha fatto ipotizzare l’esistenza di una sorta di computer usato dagli antichi per calcolare i calendari solare e lunare? Forse l’ oggetto descritto da Bacone è lo stesso che esisteva già 2000 anni fa e che è stato recuperato nel 1900 nel relitto rinvenuto a nord ovest di Creta?
Ma proseguiamo la breve esplorazione dell’opera di Bacone, fermandoci ancora al capitolo XIV. 3. Ruggero scrive: “Vi sono poi altre invenzioni riguardanti più da vicino la natura [..] e queste sono di differenti specie. Alcune hanno la bellezza della sapienza con diversi aspetti utili, come bagni continui molto adatti all’uso dell’uomo, che non richiedono alcun artificio tecnico, oppure lampade che fanno luce in continuazione, senza spegnersi.” Non trovate niente di strano in queste lampade descritte da Bacone nel XIII secolo? Tutte cose interessantissime che meriterebbero ulteriori ricerche.
Ma io voglio attirare la vostra curiosità su qualcosa di veramente strano, per cui vi parlerò di un’ altra opera, intitolata: “I Segreti dell’Arte e della Natura”, con particolare riguardo al capitolo IV. Qui Bacone immagina future realizzazioni pratiche, descrive macchine per navigare senza rematori, carri che si muovono da soli, macchine volanti, macchine per scendere sotto la superficie del mare: “Prima di tutto parliamo delle opere ottenute solo per mezzo della rappresentazione e del ragionamento inventivo. Si possono costruire strumenti per navigare senza rematori in modo che le navi, sia per mare che lungo i fiumi, siano condotte con la guida di un solo marinaio ad una velocità maggiore che se fossero piene di rematori. Così pure si possono costruire carri che si muovono ad una velocità straordinaria senza essere trainati da animali; di questo genere pensiamo dovessero essere i carri falcati con i quali combattevano gli antichi. Si possono fare anche congegni per volare, in modo che un uomo seduto nel centro della macchina azioni un congegno per mezzo del quale delle ali costruite artificialmente battono l’aria, come se si trattasse di un uccello che vola [..] Si possono pure fare strumenti per camminare sul fondo del mare o dei fiumi senza pericoli per la propria vita. Alessandro Magno era solito far uso di questi strumenti per scrutare i segreti del mare…”
Curioso che queste parole, scritte otto secoli addietro, si riferiscano addirittura al terzo secolo avanti Cristo… non trovate? Ma se tutto questo è stato scritto nel XIII secolo, non occorre forse riconsiderare i nostri grandi pensatori e scienziati dal Rinascimento in poi? Cosa dobbiamo pensare di Leonardo, Galileo, Newton, Tesla, solo per citarne alcuni?
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo – 28 gennaio 2011
Da leggere:
Ruggero Bacone, La scienza sperimentale. Lettera a Clemente IV, La scienza sperimentale, I segreti dell’arte della natura,
a cura di Francesco Bottin, Rusconi, Milano 1990 (I classici del pensiero)
Ruggero Bacone, Lettera a Clemente IV, a cura di E. Bettoni, Milano 1964
Ruggero Bacone, Sui segreti nelle opere d’arte e di natura, a cura di G. Dee, Milano 1945