Sum ergo cogito
Mi è stato chiesto con quale criterio vengano scelti gli argomenti che pubblico sulle pagine di Evus. La risposta è che nessuno dei lavori di ricerca qui presentati nasce su committenza.
Tutte le indagini da me svolte prendono il via, in maniera assolutamente sincronica (per non dire casuale), da segni e/o da avvenimenti che si mostrano da soli e che sembrano chiedermi di essere approfonditi.
Così gli articoli nascono e si sviluppano intorno ai soggetti più svariati: simboli, miti, manufatti, personaggi realmente esistiti nel nostro passato….
Articoli che mi auguro possano rivelarsi utili al lettore, per approfondire sempre di più le strette relazioni che esistono tra la storia passata ed il presente in cui oggi viviamo.
Attraverso una conoscenza più profonda del nostro passato storico, simbolico e mitologico, credo infatti che possa svilupparsi in noi una maggiore consapevolezza e conoscenza del nostro presente.
E chissà che imparando a vivere più consapevolmente il presente, non si riesca a lasciare un futuro migliore alle generazioni a venire?
Gran parte degli articoli di Evus nascono da approfondite ricerche, effettuate senza scopo di lucro, che cerco di divulgare con un linguaggio semplice e comprensibile a tutti.
L’intento è condividere contenuti e riflessioni di natura storica, mitologica, iconografica, ed altro ancora, cercando di mantenere sempre aperto il dialogo e il confronto.
In queste pagine non si vuole infatti enunciare alcuna “verità” storica, poiché la conoscenza (qui intesa come sophia) ama il dialogo e la libera ricerca, mentre rifugge i dogmi e le tesi assolute.
Più si studia e s’indaga nel passato dell’umanità, della natura e del cosmo, più si percepisce quanto sia vasta, misteriosa e illimitata la dimensione della Conoscenza.
C’è infine un altro aspetto che mi preme sottolineare: la dimensione conoscitiva di cui stiamo parlando è qualcosa che non può essere raggiunta e compresa con il solo aiuto dell’intelletto.
Avanzare nella conoscenza di sé e del mondo, è possibile rimanendo aperti al dialogo e al confronto, e al tempo stesso divenendo consapevoli della relatività di ogni enunciato di tipo esclusivamente razionale.
In altre parole credo che il “cogito ergo sum” cartesiano non sia più un punto di riferimento assoluto, stabile e certo, così come lo era nei secoli passati.
“Sum ergo cogito”, sarebbe semmai il caso di dire, poiché è la Ragione, a mio avviso, che deve cominciare a servire l’Essere e non il contrario!
Antonella Bazzoli