La Triplice Cinta, “fonte d’insegnamento” suprema

Girovagando tra i borghi medievali del nostro paese ed entrando nelle chiese e nei santuari frequentati da devoti e pellegrini, mi è capitato spesso di notare uno strano simbolo inciso sulla pietra, caratterizzato da tre quadrati concentrici.
E’ quello che epigrafisti e studiosi di iconografia e esoterismo definiscono “Quadrato Magico”, o anche “Triplice Cinta”.

Cocullo, Triplice Cinta


I tre quadrati, in effetti, sembrano rappresentare tre recinti inseriti l’uno all’interno dell’altro.
Caratteristica dei tre recinti è quella di essere attraversati da quattro linee, disposte a forma di croce, che sembrano collegare le tre cinte fino a raggiungere, al centro, il perimetro del quadrato più interno.
Ho notato che questo enigmatico simbolo si trova inciso quasi sempre in prossimità di luoghi sacri.
L’ho incontrato ad esempio a Cocullo, un piccolo centro montano nella provincia de L’Aquila, divenuto famoso in tutto il mondo per la Festa dei Serpari . Qui la Triplice Cinta si trova nella piazza principale del paese, ed è stata graffita su entrambi i sedili in pietra che affiancano il portale d’ingresso della chiesa medievale di Santa Maria delle Grazie (v. foto).

Non è raro vedere il simbolo in questione rappresentato in quei luoghi sacri che furono in passato molto frequentati dai pellegrini .
Lo si può trovare graffito accanto a croci, stemmi o autoritratti, inciso tra firme e date che in genere cominciano con il tipico incipit: “hic fuit…”, ovvero “passò da qui…”.
La “Triplice Cinta” , proprio come il “Fiore della Vita“, è dunque un simbolo ricorrente che possiamo trovare a volte graffito sull’intonaco di affreschi votivi, altre volte inciso su sedili o portali in pietra di cattedrali e santuari,  e che sta a testimoniare il passaggio in quei luoghi sacri di devoti e pellegrini .

Curioso scoprire che il cosiddetto “Quadrato Magico” era già conosciuto nell’antica cultura celtica. Nel 1800 fu infatti scoperto a Suèvres (Loir-et-Cher) un simbolo simile, inciso su una pietra druidica; secondo gli studiosi E.C. Florance e P. Le Cour il luogo del ritrovamento indicherebbe la località sacra dove anticamente i Druidi si incontravano, in occasione della loro tradizionale riunione annuale.

graffito
 Triplici cinte, graffite a Perugia sullo stipite di un portale duecentesco

Così come avvenne per altri simboli di origine celtica, anche la rappresentazione della “Triplice Cinta” continuò ad essere tramandata ed utilizzata nei secoli successivi, pur acquisendo nuovi significati simbolici.

Il “Quadrato magico continuò pertanto ad essere usato cone simbolo di “geometria sacra”, anche se non tutti sono d’accordo con questa teoria. Alcuni studiosi infatti sono scettici in proposito, ritenendo la Triplice Cinta una banale rappresentazione grafica utilizzata per svolgere un antico gioco, qualcosa di simile al nostro “filetto” o alla “dama”, per intenderci.

A confermare la sacralità e il significato simbolico del “Quadrato Magico” concorre tuttavia la sua presenza lungo gli stipiti dei portali d’ingresso di cattedrali e santuari, come all’ingresso della chiesa inferiore di San Francesco di Assisi, e persino la sua presenza tra i graffiti del Torrione di Chinon, il luogo divenuto tristemente famoso perchè alcuni cavalieri templari vi furono imprigionati con l’ingiusta accusa di eresia, per volere del re di Francia Filippo il Bello.

Interessante è la tesi di Renè Guenon, il quale interpretò il simbolo della “Triplice Cinta” come rappresentazione grafica dei tre gradi di iniziazione delle gerarchie tradizionali, che erano comuni a varie scuole esoteriche del passato. Secondo il grande studioso dei simboli sacri le quattro linee, che in chiave giudaico cristiana rappresenterebbero  i quattro fiumi dell’Eden, corrisponderebbero esotericamente ai canali in cui l’insegnamento iniziatico della dottrina tradizionale veniva trasmessa gerarchicamente attraverso successivi gradi di conoscenza.
Seguendo questa lettura si comprende perchè le quattro linee della Triplice Cinta s’incontrino al centro del simbolo sacro, dove il quadrato più interno starebbe a rappresentare la “fonte d’insegnamento suprema” .
Alla luce di questa interpretazione di tipo iniziatico e spirituale,  la presenza del simbolo del “Quadrato magico” lasciato dai pellegrini lungo gli stipiti di chiese e cattedrali, risulta a mio parere coerente e convincente.

di Antonella Bazzoli – 9 febbraio 2011 (aggiornato il 20/10/2020)