La fiera delle fantelle

San Giacomo, protettore dei pellegrini

La Fiera delle Fantelle si svolge l’ 8 novembre nel borgo medievale di Spello, che si adagia lungo le pendici del monte Subasio, a pochi chilometri da Assisi e da Foligno.
Curiosa è l’origine del termine fantelle: così venivano chiamate anticamente le ragazze più giovani, ancora adolescenti e quindi non sposate.
Un’ antica leggenda spellana racconta di tre fantelle di umili origini che si sarebbero recate alla fiera dell’8 novembre per vendere frutta secca e pollame.
Per queste giovanissime ragazze le fiere annuali rappresentavano le uniche occasioni per poter vendere al mercato alimenti e oggetti artigianali autoprodotti, guadagnando così il denaro necessario per la dote ed il corredo.
Senza qualcosa da portare in dote, a quei tempi, risultava difficile trovare un pretendente!
Così le fanciulle aspettavano con ansia i giorni della fiera, quando le vie del borgo si animavano improvvisamente di un un via vai di forestieri, merci ed animali.

affresco votivo in cui il martine Claudio regge uno scalpello ed un martello
affresco votivo in cui il martine Claudio regge uno scalpello ed un martello

Gli attesissimi eventi fieristici rappresentavano nel passato imperdibili occasioni per far incontrare  le fantelle  con giovani “seriamente intenzionati” provenienti dai paesi vicini.
La “fiera delle fantelle” di Spello, in particolare, coincideva con la festività religiosa in cui si celebrava il martirio di san Claudio, protettore dei muratori e degli scalpellini.

Attraverso un’ indagine da me svolta nel 2007, con la preziosa collaborazione dell’epigrafista Romano Cordella e del medievista Corrado Fratini, ho provato a recuperare la memoria storica di quella tradizionale e antica fiera, scoprendo come nel corso del medioevo il mercato si tenesse ancora presso la chiesa romanica di San Claudio, situata di fronte ai resti dell’anfiteatro dell’antica colonia romana Hispellum.
Il santuario intitolato a San Claudio apparteneva nel medioevo ai possedimenti dell’abbazia di San Silvestro di Collepino, e solo nel tardo medioevo divenne un’ importante meta di pellegrinaggio e un luogo frequentatissimo in occasione dei numerosi mercati (tra cui quello famosissimo del bestiame) che qui cominciò a svolgersi annualmente.
facciata della chiesa di San Claudio a SpelloLa Fiera delle Fantelle si spostò in seguito, forse per ragioni di tipo logistico, dal sagrato della chiesa e dall’area pianeggiante fuori le mura, su verso l’ alto, lungo le strette vie del paese.
Col passare del tempo l’evento fieristico finì per perdere i propri connotati sacri che lo legavano al culto di San Claudio e finì per trasformarsi in un mercato qualunque, senza più alcuna memoria delle proprie origini storiche e religiose.
All’interno del santuario fieristico di Spello che purtroppo risulta quasi sempre chiuso ai turisti (viene utilizzato solo per matrimoni e saltuariamente per ospitare alcune mostre d’arte) sono conservati vari affreschi votivi, tra cui una bellissima figura di San Giacomo protettore dei pellegrini, e interessanti ritratti di san Claudio a figura intera, il quale ha sempre in una mano un attributo del suo mestiere: la squadra, il martello o lo scalpello.
Sull’intonaco di questi affreschi tardomedievali, risalenti ai secoli XIV e XV, si notano ancora numerosi graffiti, tra cui firme, date e simboli, che testimoniano il passaggio in questa chiesa di scalpellini, devoti e pellegrini.

Antonella Bazzoli – aggiornato 22 ottobre 2017

DA LEGGERE:

M. Sensi “Santuari politici e raduni fieristici. L’esempio di Spello” in “Bollettino storico della città di Foligno” 1989

S. Guiducci e P. Bonacci (a cura di) “La chiesa di San Claudio a Spello”, Dimensione Grafica, Spello, 2005

A. Bazzoli “Martello, squadra e scalpello” Medioevo n.11 anno 13, pp. 95-101