Sole delle Alpi o fiore degli Appennini?
Secondo i leghisti sarebbe il simbolo della cosiddetta “cultura padana” (la cui esistenza ed evoluzione storica sono peraltro ancora tutte da dimostrare). Secondo gli avversari del Carroccio si tratterebbe invece di un simbolo di partito e pertanto andrebbe rimosso dalla scuola pubblica di Adro, nella quale è stato inserito.
E mentre infuria la polemica della scuola marchiata con il Sole delle Alpi, noi vogliamo provare a fare chiarezza almeno sull’ origine e sul significato di questo antico simbolo solare, il cui logo è stato registrato dal partito della Lega Nord.
Il cosiddetto Sole delle Alpi, anche noto come Fiore della Vita o Rosa Celtica, è un fiore a sei petali collocato all’interno di un cerchio. “E’ un simbolo che appartiene alla tradizione dei nostri padri e dei nostri nonni ” è stato detto dai leghisti. Ed è certamente vero poiché si tratta di un simbolo solare positivo, che un tempo veniva inciso su mobili in legno, culle di neonati, architravi di porte e finestre, e persino scolpito sulle mura di chiese, chiostri, cripte e monasteri.
Ma l’eredità dell’immagine in questione non appartiene soltanto alla cultura del nord. Il simbolo si può infatti incontrare un po’ in tutta Italia, per non parlare della sua presenza fin dai tempi più remoti in vari paesi d’Europa, dell’Africa e dell’Asia.
Vuoi per il fatto che si presenta con una forma già osservabile in natura, vuoi per il significato solare universale che rappresenta, certo è che questo simbolo appartenne a culture antichissime, anche molto distanti tra loro. Lo troviamo infatti nella tradizione celtica con funzioni magiche e taumaturgiche. E lo troviamo nella cultura classica, dove il simbolo venne utilizzato anche come figura geometrica di base su cui costruire i solidi platonici.
Perfetta sintesi di geometria sacra, il simbolo contiene infatti in sé il numero aureo e consente di passare dal piano bidimensionale a quello tridimensionale. Il Fiore della Vita, già utilizzato da matematici, filosofi e teologi dell’antichità, continuò ad essere adottato nel corso di medioevo e rinascimento da architetti e scalpellini, cavalieri e monaci di vari ordini, tra cui i famosi monaci guerrieri dell’ordine templare.
Il simbolo è infatti presente anche in varie chiese appartenute ai Cavalieri del Tempio, come ad esempio in quella di San Bevignate di Perugia, che i Templari edificarono intorno al 1260.
Vuoi anche per il fatto di essere collegato al numero sei, che simboleggia la creazione, nella cultura giudaico-cristiana il simbolo era inoltre conosciuto come “sesto giorno della Genesi”, poiché ottenuto dalla rotazione di sei sfere corrispondenti ai rispettivi giorni della creazione.
Persino gli Etruschi conoscevano il Fiore della Vita e lo utilizzavano come elemento decorativo e simbolico sugli scudi di principi guerrieri (come si può vedere nella stele del VI secolo a.C. del museo archeologico di Perugia), oppure come simbolo funerario in alcune urnette cinerarie di età ellenistica (conservate nello stesso museo archeologico perugino).
Ma è soprattutto uscendo dall’Italia che ci si accorge di quanto universale e condiviso sia il significato di questo simbolo solare, che non solo era già conosciuto dai Celti ma anche dagli Egizi, dai Coopti e dagli Ebrei.
E persino nella lontana Cina, in quella che fu la dimora dell’Imperatore, troviamo un Fiore della Vita scolpito sotto le zampe di un leone solare.
Un’ultima considerazione su cui riflettere: anche la svastica usata dai nazisti era in origine un simbolo solare positivo e universale, utilizzato in precedenza da culture antichissime e molto distanti tra loro, sia in ambito funerario che a scopo religioso e apotropaico.
Antonella Bazzoli – 27 settembre 2010