La chiesa templare nel bosco sacro
La chiesa duecentesca di San Bevignate di Perugia rappresenta una delle più straordinarie testimonianze di architettura e arte pittorica templare in Europa. L’edificio ha un aspetto architettonico essenziale ed austero che lo rende più simile ad un forte inespugnabile che ad un luogo di culto.
Come evidenziava Pietro Scarpellini sembra quasi che attraverso la sua architettura si sia voluto evidenziare lo stretto legame che esisteva nel medioevo tra monachesimo e milizia, un legame che caratterizzò in particolar modo l’ordine cavalleresco dei monaci Templari.
Edificata al di fuori della cinta muraria cittadina, lungo l’ antico tracciato che conduceva verso il contado eugubino, la chiesa svetta fu costruita in un bosco sacro dove nell’alto medioevo si trovava un piccolo sacello intitolato a San Girolamo.
Recentemente sono venuti alla luce, proprio al di sotto della pavimentazione della navata, resti di un edificio molto antico le cui vasche hanno fatto ipotizzare la preesistenza di una fullonica, ovvero una sorta di laboratorio artigianale adibito a lavanderia e tintoria.
Quest’area boschiva che si estendeva extra moenia ad est di Perugia fu molto probabilmente considerata sacra fin dall’antichità, come sembra dimostrare anche il toponimo “Monteluce” con cui è chiamato l’antico quartiere di origine etrusca non distante dalla chiesa di San Bevignate. Tale nome deriverebbe infatti dal termine latino lucus, ad indicare una radura nel bosco sacro dedicata alle divinità, frequentata dagli antichi Umbri prima e dai Romani poi, la cui radice ritroviamo nell’Appennino del centro Italia anche in altri toponimi, come ad esempio Monteluco di Spoleto, Piediluco di Terni e Luco dei Marsi.
La continuità nella destinazione sacrale e religiosa di questa parte orientale del contado perugino, un tempo ricoperta da verdi boschi e caratterizzata da una natura aspra e selvaggia, è confermata dalle fonti che parlano di sperduti romitori e piccoli oratori sorti qui nel corso del medioevo.
Uno di questi sacelli frequentato da monaci ed asceti era l’oratorio di S.Girolamo, dove i Templari decisero di costruire, intorno al 1250, una nuova chiesa ed un nuovo monastero dell’ordine dei monaci guerrieri.
Penitenti ed eremiti avevano trovato in questi boschi l’ambiente ideale per vivere in solitudine e in penitenza. Lo stesso Bevignate, il misterioso eremita di Perugia al quale la chiesa templare fu intitolata, scelse di vivere e morire in quella che può essere definita una tebaide medievale. Sarebbe stato Bevignate a costruire qui la prima cappella intitolata a san Girolamo.
Del primitivo oratorio purtroppo non rimane traccia, ma da una lettera di Innocenzo IV, che fa riferimento ad una “domus militie templi sanctorum Iustini e Ieronimi“, si evince che la cappella di San Girolamo apparteneva, insieme a San Giustino d’Arna, alla vasta precettoria templare di Perugia, i cui possedimenti si estendevano per centinaia di ettari fino ai lontani centri di Villa Sant’Apollinare (l’attuale Purello), di Sigillo e di Costacciaro, situati lungo la Flaminia alle pendici del Monte Cucco.
Merita di essere ricordato anche il primo insediamento templare di Perugia, ovvero la domus di San Giustino d’Arna, che s’ incontra proseguendo in direzione di Gubbio non lontano da Civitella d’Arna e Piccione.
In origine questa proprietà apparteneva all’ordine dei benedettini e la loro potente abbazia possedeva più di trenta chiese. Poi San Giustino d’Arna passò ai cavalieri Templari, pare in seguito a una donazione. In genere i possedimenti del Tempio mantenevano i propri nomi originali in caso di subentri o donazioni, e così fu anche per l’abbazia di S. Giustino che non cambiò nome quando passò di mano ai Templari.
Oggi questa interessantissima ex chiesa templare, che purtroppo è quasi sempre chiusa al pubblico, appartiene ai Cavalieri di Malta, già Cavalieri di Rodi e al tempo dei Templari chiamati Giovanniti o Ospitalieri.
Dopo l’eliminazione dell’ordine templare per volere del re Filippo il Bello, tutti i beni appartenuti ai cavalieri Templari passarono nelle mani dei Giovanniti, e la stessa sorte avvenne anche ai possedimenti perugini di San Bevignate e di San Giustino d’Arna.
Antonella Bazzoli – 13/10/2008 (aggiornato 20 maggio 2021)
Da leggere:
Templari e ospitalieri in Italia. La chiesa di S. Bevignate a Perugia, a cura di M. Roncetti, P. Scarpellini, F. Tommasi, Milano, Electa/Editori Umbri Associati, 1987.