Il tempo delle donne

L’idea di un’Agenda per il 2010, interamente dedicata al pianeta donna nel medioevo, nacque una sera in cui, osservando la luna, riflettevo su come il bioritmo femminile si accordi perfettamente al ritmo delle fasi lunari.
Pensavo tra me e me: peccato che le donne non siano più attente alle corrispondenze magiche che esistono tra la natura, il cosmo e gli esseri viventi.
Un tempo le donne erano più in sintonia con l’Ordine naturale. I ritmi di vita erano più vicini a quelli stagionali e il lavoro agricolo veniva scandito dai cicli della natura e dall’influenza astrale. In quel tempo non troppo lontano, la Luna e la Terra rappresentavano ancora l’energia femminile.

Fertili come una dea Madre, capaci di dare la vita al pari della Terra che offre i suoi frutti al ritmo delle stagioni, le donne rappresentavano anche una risposta all’istintiva paura umana del tempo che passa. Una paura che portò alla nascita del Calendario, che come è noto è solo un’arcaica invenzione umana, nata nel tentativo di padroneggiare il disorientante e spaventoso Caos primordiale.

Simbolo vivente del misterioso ciclo “vita-morte-vita”, in molte culture arcaiche la donna fu venerata come essere divino. E forse proprio per la sua peculiarità di dare la vita, molti uomini arrivarono a temere e ad osteggiare il genere femminile, tentando in ogni modo di sottometterlo.

Da tutte queste considerazioni che mi attraversavano la mente al chiaro di luna, nacque l’idea di un calendario al femminile, ambientato in un’epoca – il Medioevo appunto – in cui le donne avevano ancora un ruolo preciso, in quanto custodi dell’ordine familiare e allegorie dell’ordine sociale.

“Il Tempo delle Donne”, l’Agenda 2010 della Edimond, i cui testi e le cui foto ho curato, insieme alla mia amica e collega Ambra Antonelli, sintetizza a mio avviso molto bene tutto questo: anticamente le donne erano in grado di scandire il Tempo, come fa la Luna girando intorno alla Terra. Il ciclo femminile non a caso è di 28 giorni, proprio come la durata del mese, nell’arcaico calendario lunare.

Il Tempo dunque appartiene alle Donne. Ed è per questo che noi abbiamo scelto di far rivivere, tra le pagine della nostra Agenda, regine, badesse, sante, scrittrici, serve, meretrici, umili artigiane e comuni donne sposate. Le testimonianze di queste donne raccontano un Medioevo inedito, un Medioevo in cui la misoginia era di casa, certo, ma solo come parziale aspetto di una ben più complessa e variegata realtà sociale e culturale. Una misoginia che ritroviamo nei sermoni di molti chierici e uomini di chiesa vissuti in età medievale. Ma sappiamo anche nel Medioevo vi furono monaci e cavalieri che idealizzarono la donna per la sua purezza, artisti e poeti che la immortalarono per la sua bellezza, figli, mariti e padri che l’amarono e la elogiarono per le sue virtù, gruppi sociali che la scelsero come simbolo e allegoria della loro coesione…

Le tre portatrici d’acqua. Foto A. Bazzoli

In un’età in cui erano gli uomini a detenere il monopolio delle attività intellettuali, il ruolo della donna poteva apparire subalterno a quello maschile. Ma la realtà si rivela più complessa: seppure sottomessa e limitata, a volte persino negata e mistificata, la donna del medioevo lasciò molte tracce di sè e del suo poliedrico universo simbolico. Quelle antiche tracce sbiadite e dimenticate, noi siamo andate a cercarle nei luoghi più celati e nelle testimonianze più insolite, e le abbiamo trovate, infine, in un testamento, in una tradizione, in una legge di uno statuto, in un gesto descritto da un affresco, in un simbolo scolpito a rilievo, in un sogno o in una paura raccontati da novelle e romanzi d’amore cortese…

Il nostro lavoro di redazione si è appena concluso, dando vita all’ Agenda 2010. Ma la nostra ricerca sulla condizione femminile nel medioevo è invece appena iniziata. Indagare tra le pieghe del femminino è infatti come muoversi in un cerchio magico, il cui simbolo potrebbe essere un “uroboro”, serpente mitico che si morde la coda e che non ha né inizio né fine.  Il nostro lavoro è solo un tassello di questo cerchio infinito, è solo un piccolo contributo alla comprensione del misterioso ciclo di “vita-morte-vita”, fatto di energia femminile, ricettiva e inesauribile, notturna e lunare.

E chi vorrà inoltrarsi in questo vasto e ancora inesplorato campo d’indagine, scoprirà che il potere, falsamente identificato con la forza fisica e con la capacità di dare la morte, è in realtà forza psichica e spirituale, è soprattutto capacità di dare la vita.

Antonella Bazzoli – Novembre 2009